Pubblicato il: 15 Agosto 2022

Per prepararsi all’inverno bisogna risparmiare

L'aumento dei prezzi dell'energia fa tremare l'Europa. La soluzione è consumare meno energia.


Il blocco temporaneo di dieci giorni, terminato il 21 di luglio, per la manutenzione programmata del gasdotto Nord Stream 1, che collega la Russia all’Europa settentrionale, ha spaventato moltissimo l’intera Europa.

La grande paura è che la Russia potrebbe decidere di continuare a ridurre le forniture di gas, il che non solo farebbe salire ulteriormente i prezzi dell’energia, ma potrebbe ostacolare lo stoccaggio necessario per affrontare i mesi invernali, con effetti economici e sociali distruttivi.

L’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA), nella figura del suo presidente Fatih Birol, nell’attesa della riapertura del Nord Stream e in contemporanea alla storica entrata dell’Ucraina nell’Agenzia, ha reso pubblico qualche settimana fa un comunicato con alcune importanti osservazioni.

Birol, così come ha dichiarato anche la Presidente della Commissione Europea Von der Leyen, afferma che la crisi del gas in Europa è in corso da tempo, ben prima dell’invasione dell’Ucraina.

Nel settembre 2021, cinque mesi prima dell’inizio della guerra, l'IEA aveva sottolineato che la Russia stava impedendo a una quantità significativa di gas di raggiungere l'Europa. A gennaio 2022 l’IEA aveva lanciato un ulteriore allarme, sottolineando come le riduzioni consistenti e ingiustificate delle forniture russe all'Europa stessero creando una "tensione artificiale nei mercati", facendo salire i prezzi proprio nel momento in cui le tensioni verso l'Ucraina stavano aumentando.

Date le profonde implicazioni che la vendita del gas ha anche per la Russia, l’opzione che possa davvero interrompere completamente le forniture all’Europa come forma di ritorsione è forse improbabile, ma è invece possibile aspettarsi una sostanziale riduzione.

Il timore dell’Europa è dunque più che lecito e rende necessario prepararsi, e in fretta, ad ogni evenienza. Cosa che effettivamente l’Europa sta facendo.

La Commissione Europea, per proteggersi da ulteriori tagli alle forniture da parte della Russia, ha annunciato il 20 luglio un piano per ridurre la domanda di gas e ha richiesto agli stati membri di attuare da subito, tra agosto 2022 e marzo 2023, una riduzione volontaria della domanda del 15% rispetto alla media degli ultimi cinque anni e di far riempire gli impianti di stoccaggio almeno fino all’80 per cento entro il 1 novembre.

Dopo un’accesa discussione durata una settimana gli stati membri hanno accettato l’impegno, che comunque comporterà grandi sforzi.

Il primo passo immediato per riempire lo stoccaggio di gas ai livelli richiesti dalla Commissione prima dell'inverno è ridurre l'attuale consumo di gas in Europa. In parte ciò sta già avvenendo a causa dei prezzi del gas alle stelle, ma è necessario fare molto di più: secondo l’IEA, infatti, nei prossimi tre mesi il risparmio dovrebbe essere dell'ordine di 12 miliardi di metri cubi. L’IEA e la Commissione Europea hanno affrontato la crisi energetica sin dai primi giorni dell’invasione dell’Ucraina.

L’Agenzia dell’energia, una settimana dopo l'inizio dell'invasione dell'Ucraina a febbraio, ha annunciato un Piano in 10 punti per ridurre la dipendenza dell’Europa dal gas russo. Con questo piano si sottolineava la necessità di massimizzare le forniture di gas da altre fonti, di accelerare la diffusione su larga scala delle rinnovabili, di sfruttare al meglio le fonti energetiche a basse emissioni esistenti, come le fonti rinnovabili e il nucleare, di aumentare le misure di efficienza e risparmio energetico.

La risposta dell’Unione Europea non ha tardato a farsi sentire.

A maggio 2022 è stato avviato il piano RePower EU, che ha come obiettivo principale l’azzeramento entro il 2027 della dipendenza dell’Europa dai combustibili fossili russi e, ovviamente, la lotta al cambiamento climatico come previsto dal Green Deal.

Il Piano europeo prevede un complesso sistema di soluzioni necessarie alla transizione energetica verso un’economia a basso o nullo impatto emissivo. Per avere un’energia pulita, a basso costo, sicura e indipendente l’Europa sta puntando su una diversificazione delle fonti energetiche, soprattutto rinnovabili, dei fornitori di energia e su un lavoro di risparmio energetico su più settori.

Il messaggio è chiaro: con un'azione tempestiva e sostenuta, è possibile ridurre la dipendenza dell’Europa dalle importazioni di gas russo, e farlo in modo ordinato e coerente con le ambizioni climatiche dell'Unione. In questo contesto, e a seguito della recente richiesta della Commissione di tagliare il consumo di gas e riempire gli stoccaggi, si inserisce un nuovo piano dell’IEA che prevede cinque azioni concrete che i leader europei devono intraprendere immediatamente per un approccio più coordinato per prepararsi al prossimo inverno.

La prima azione prevede di introdurre piattaforme d'asta per incentivare gli utenti industriali di gas europei a ridurre la domanda. I consumatori industriali di gas possono offrire una parte della loro fornitura a fronte di una compensazione, che può portare a maggiore efficienza e competitività. Modelli simili di asta sono stati sviluppati in Germania e proposti nei Paesi Bassi.

Il risparmio energetico è il secondo punto. Si tratta quindi ridurre al minimo l'uso del gas nel settore energetico, aumentando temporaneamente la produzione a carbone e a petrolio e accelerando la diffusione di fonti a basso contenuto di carbonio, tra cui l'energia nucleare, che fra l’atro è stata inserita ufficialmente nella Tassonomia Verde Europea, con il voto finale in Parlamento Europeo il 6 di luglio.

La IEA procede con le altre tre misure: migliorare il coordinamento tra gli operatori del gas e dell'elettricità in Europa, soprattutto per gestire gli accumuli; ridurre la domanda di elettricità da parte delle famiglie fissando degli standard; e infine armonizzare i piani di emergenza a livello nazionale ed europeo, per quanto riguarda le misure di riduzione della fornitura e i meccanismi di solidarietà.

Oggi l'Europa deve fare tutto il possibile per ridurre il rischio di gravi carenze di gas e di razionamenti, soprattutto in vista del prossimo inverno e allo stesso tempo, è necessario mantenere la rotta sulla transizione verso le energie pulite. L'Unione Europea ha ora davvero bisogno di un'azione comune e unitaria, anche perché le implicazioni di questa crisi vanno ben oltre il settore energetico.