Pubblicato il: 31 Maggio 2022

Un decennio per agire

Il terzo capitolo del Sesto Rapporto dell'IPCC affronta la mitigazione al cambiamento climatico.


Il 4 aprile 2022 è stato approvato dai 195 governi membri dell'IPCC il terzo capitolo del Sesto Rapporto di Valutazione, che sarà completato quest'anno.

Il primo volume, pubblicato nell'agosto 2021, ha esaminato la scienza fisica del sistema climatico e ha attribuito inequivocabilmente i cambiamenti del clima alle azioni umane.

Il secondo, pubblicato nel febbraio 2022, si è concentrato sugli impatti del cambiamento climatico e sulle modalità di adattamento e ha rilevato che metà della popolazione mondiale è altamente vulnerabile agli effetti del riscaldamento della temperatura.

Questa terza parte si concentra sulla mitigazione dei cambiamenti climatici e sulle soluzioni per ridurre le emissioni.

Il rapporto mette in chiaro un punto fondamentale: esistono metodi efficaci dal punto di vista dei costi per ridurre le emissioni, sappiamo cosa fare e abbiamo gli strumenti per farlo. Eppure, pur nella consapevolezza dei passi in avanti compiuti, le politiche climatiche sono ancora troppo poco stringenti per poter raggiungere l’obiettivo fondamentale di limitare l’aumento della temperatura globale a 1,5°C, come stabilito nell’Accordo di Parigi.

Per quanto riguarda la riduzione delle emissioni nell'industria, settore responsabile di circa un quarto delle emissioni globali, sarà necessario un uso più efficiente dei materiali, il riutilizzo e il riciclo dei prodotti, la riduzione al minimo dei rifiuti, l’uso di energia a basse emissioni e nuovi processi produttivi. Anche il settore dell'agricoltura e della silvicoltura possono fornire riduzioni delle emissioni su larga scala, soprattutto attraverso processi di rimozione e stoccaggio dell'anidride carbonica.

Negli scenari che l’IPCC ha valutato, per limitare il riscaldamento a circa 1,5°C è necessario che le emissioni globali di gas serra raggiungano il picco al più tardi entro il 2025 e siano ridotte del 43% entro il 2030, allo stesso tempo, anche il metano dovrebbe essere ridotto di circa un terzo. La temperatura globale si stabilizzerà quando le emissioni di anidride carbonica raggiungeranno lo zero netto nel 2050, obiettivo verso cui le nazioni stanno lavorando.

 Questo report introduce anche diverse nuove componenti.

C’è un capitolo sugli aspetti sociali della mitigazione, che esplora il "lato della domanda", ovvero ciò che determina il consumo di emissioni di gas serra, e si affianca ai capitoli che analizzano il "lato dell'offerta" del cambiamento climatico, ovvero ciò che produce le emissioni.

Per la prima volta in uno studio dell'IPCC gli scienziati hanno infatti esaminato la riduzione delle emissioni dal lato della domanda, dichiarando apertamente che il comportamento individuale conta, che cambiamenti comportamentali e culturali portati avanti su scala individuale e collettiva a livello globale possono ridurre le emissioni del 40-70% rispetto alle tendenze recenti. Il consumo di carne, i viaggi aerei e un differente uso dell’energia negli edifici sono tutte aree in cui le decisioni combinate di molte persone possono avere un impatto sostanziale.

Anche le città e le aree urbane offrono notevoli opportunità di riduzione delle emissioni. Queste possono essere ottenute attraverso un minor consumo energetico soprattutto nei trasporti, nella mobilità, nell'edilizia, nel riscaldamento delle abitazioni e un maggiore assorbimento e stoccaggio del carbonio grazie alla creazione di aree verdi.

 La decarbonizzazione deve poi anche essere sostenuta finanziariamente.

Il rapporto dimostra che, sebbene i flussi finanziari siano inferiori ai livelli necessari per limitare il riscaldamento entro 1,5°C, esistono capitali e liquidità globali sufficienti per colmare le lacune negli investimenti.

Tuttavia, è necessario un chiaro segnale da parte dei governi e della comunità internazionale, di voler garantire un maggiore allineamento delle politiche e dei finanziamenti, cosa che non solo può ridurre gli impatti ambientali, ma può anche aumentare l'occupazione, le opportunità commerciali, la salute e l'equità.

L'IPCC conclude il suo rapporto affermando che una governance climatica efficace ed equa è fondamentale per lo sviluppo sostenibile e richiede l'impegno di imprese, cittadini e attori politici.

"Il cambiamento climatico è il risultato di oltre un secolo di uso insostenibile dell'energia e del suolo, di stili di vita e di modelli di consumo e produzione", ha dichiarato Jim Skea, copresidente del Gruppo di lavoro dell'IPCC che ha prodotto questo report. “L'azione in questo decennio è fondamentale”.

Si attende dunque la quarta e ultima parte del Rapporto il prossimo autunno, prima della COP 27 che si terrà quest’anno in Egitto, a Sharm El-Sheikh, in novembre.