Pubblicato il: 15 Giugno 2022

Un’azione strategica per l’energia

Una conferenza delle Nazioni Unite per coordinare gli impegni volontari degli Stati Membri su energia e clima.


Quasi 760 milioni di persone sono ancora prive di elettricità e 2,6 miliardi non dispongono di combustibili e tecnologie pulite per cucinare. La COP26 nel 2021, i rapporti dell’IPPC, nonché la pandemia e soprattutto ora la crisi ucraina, hanno esercitato un nuovo senso di urgenza, rendendo evidente come le due sfide dell'accesso all'energia e della transizione energetica sono strettamente collegate con la sfida climatica e la sicurezza internazionale.

Il 24 settembre 2021, il Segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres ha convocato, sotto gli auspici dell'Assemblea Generale e in collaborazione con UN-Energy, l’unico meccanismo delle Nazioni Unite che si occupa di promuovere l’azione sulle questioni relative all'energia, quello che è stato chiamato l’Alto Dialogo sull’Energia (High-Level Dialogue on Energy).

Questo evento, che ha riunito più di 130 leader globali, organizzazioni internazionali, imprese e rappresentanti della società civile, è stato il primo incontro alle Nazioni Unite in più di 40 anni dedicato esclusivamente alle questioni energetiche.  Il Dialogo ha rappresentato un'opportunità storica per accelerare l'azione sull’energia necessaria per raggiungere l’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile 7 (SDG 7- garantire l'accesso a un'energia pulita, affidabile e sostenibile per tutti) contenuto nell'Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite e gli obblighi imposti dal Trattato di Parigi.

Il Dialogo ha avuto due risultati principali.

Il primo, è una tabella di marcia globale (Global Roadmap) con azioni e tappe raccomandate per accelerare il raggiungimento dell'SDG7 entro il 2030, a sostegno dell'Agenda 2030 e dell'Accordo di Parigi, contribuendo al contempo all’obiettivo di emissioni nette zero entro il 2050.

Il secondo, sono impegni volontari da parte degli Stati membri e di altri stakeholder sotto forma di "Patti per l'energia" (Energy Compact) necessari per l’attuazione della Roadmap e dell’SDG 7, ovvero azioni specifiche, tracciabili e pubbliche, e impegni finanziari, necessari per far progredire la sfida energetica e climatica.

Gli impegni degli Energy Compact si traducono in azioni in vari ambiti: dall’accesso all'elettricità, a soluzioni di cottura pulite, all’aumento della capacità e degli investimenti in energia rinnovabile, al miglioramento dell'efficienza energetica, all’eliminazione graduale dei sussidi ai combustibili fossili, ponendo fine al finanziamento di nuove centrali a carbone, alla creazione di nuovi posti di lavoro in ambito green.

Gli stakeholders, settore privato e Stati membri, devono attenersi ad un approccio a sei fasi per partecipare agli Energy Compact. La prima fase inizia con la partecipazione ai workshop per sviluppare azioni e impegni, poi avviene la registrazione ufficiale, il lancio e la presentazione del proprio impegno, l’attuazione effettiva, il monitoraggio e infine le azioni di miglioramento.

Il 4 maggio 2022, UN-Energy ha poi tenuto un altro importante incontro, con il nome: "Trasformare impegni in azioni: produrre concretamente i risultati dell'Alto Dialogo" (“Transforming Commitments into Action: Delivering on the Outcomes of the High-Level Dialogue on Energy”).

In questa occasione c'è stato il lancio del Piano di azione sull'energia verso il 2025 e il 2030 e della Rete d'azione dei Patti per l'energia (Energy Compact Action Network). L'Energy Compact Action Network è quindi l'unica piattaforma, globale e multi-stakeholder, per facilitare l'incontro, sostenere alleanze e collaborazioni strategiche, sviluppare conoscenze specifiche, promuovere le migliori pratiche, e consentire la realizzazione degli impegni presi con gli Energy Compact.

In particolare, la rete consente l’incontro di domanda e offerta. Ovvero, se ad esempio un paese richiede un certo ammontare di finanziamenti per avviare un progetto di estensione della rete elettrica, mentre un altro paese o un'istituzione finanziaria internazionale può avere un programma che offre finanziamenti per l'ammodernamento della rete, l’Energy Compact Action Network cerca di abbinare questi due partner e attingere a risorse e conoscenze aggiuntive tra i membri per collaborare alla riuscita del progetto.

Il lancio del Network del 4 maggio ha visto l'annuncio di diverse coalizioni. Se ne menzionano di seguito alcune.

Sustainable Energy for All, UNDP e Husk Power Systems sono tra i partner che hanno annunciato di voler rispondere alla richiesta di sostegno della Nigeria per raggiungere l'impegno dell'Energy Compact di portare l'elettricità a 25 milioni di persone entro il 2023, utilizzando sistemi solari domestici e creare 250.000 nuovi posti di lavoro.

Il governo della regione metropolitana di Santiago del Cile e la multinazionale dell'energia Enel, hanno annunciato che collaboreranno attraverso un Energy Compact per l'uso finale dell'elettricità per i trasporti e il riscaldamento, abbandonando i combustibili più inquinanti, e per aumentare la quota di energia solare.

Dai governi di Canada e Kenya, e alcune ONG è stato lanciato un piano di lavoro per rafforzare il ruolo delle donne verso una transizione energetica equa e inclusiva. Questo piano mira ad accelerare l'azione per dare alle donne pari opportunità di guidare, partecipare e beneficiare della transizione energetica e pari accesso e controllo sui prodotti e servizi energetici sostenibili.

Il governo della Namibia e la multinazionale Acciona Energia hanno annunciato di essersi uniti a una coalizione di governi, imprese e altri soggetti per sviluppare l'idrogeno verde come fonte di energia rinnovabile.

Il settore energetico, dominato dai combustibili fossili, è responsabile di quasi tre quarti delle emissioni di gas serra causate dall'uomo.

È chiaro che l'energia è il fattore decisivo per il raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile e dell'Accordo di Parigi, affinché si possano dimezzare le emissioni globali entro il 2030, raggiungere lo zero netto nel 2050, limitare l’aumento della temperatura globale a 1,5°C e garantire un futuro più equo ed accessibile alla popolazione mondiale.